Nel nostro periodo storico si parla con sempre più frequenza di ritiro sociale: come si manifesta? Quali sono le sue possibili cause? Proviamo a osservarne le caratteristiche, analizzando il crescente fenomeno degli Hikkikomori.
Che cos’è il ritiro sociale?
Il ritiro sociale è oggi un fenomeno piuttosto diffuso, soprattutto tra gli adolescenti.
Alcuni ragazzi abbandonano le relazioni con il mondo esterno per rinchiudersi nella propria stanza. Talvolta questo accade a partire da una fobia scolare (rifiuto ansioso della scuola), altre volte per una forte ansia sociale (paura delle situazioni sociali).
Le relazioni “reali” vengono sostituite con i contatti virtuali via internet, e il mondo fuori viene evitato; si trova così rifugio in una tana rassicurante, che protegge dai pericoli e dalle fatiche della realtà.
Alla base di un simile comportamento vi possono essere vissuti di scarso valore, inefficacia e vergogna. I ragazzi si sentono impotenti e incapaci di fronteggiare le richieste pressanti di un mondo che sembra richiedere di essere sempre brillanti, spigliati, infallibili.
All’interno del loro rifugio possono sentirsi al sicuro e permettersi di sperimentare, con la giusta distanza, una serie di esperienze immaginarie.
Al riparo dal giudizio e dallo sguardo altrui ci si può sentire più liberi di sperimentare sé stessi, all’interno di relazioni che non espongono ad un vero contatto con l’altro (con tutte le paure e le fatiche che questo comporta). Si pensa così di bastarsi da soli e di non avere realmente bisogno dell’altro: questo bisogno fa paura ed espone alla possibilità di sentirsi rifiutati.
Possono esserci differenti ipotesi per spiegare il ricorso patologico a questa forma di isolamento.
Tra queste possiamo trovare, ad esempio, una problematica riguardante l’immagine di sé. In alcuni casi vi è, nel ragazzo, un’ideale narcisistico grandioso, per cui ogni fallimento o delusione sono vissuti come intollerabili.
Spesso sono presenti standard ideali estremamente rigidi ed elevati, con la tendenza a porsi obiettivi difficilmente raggiungibili. Questa visione di “come si dovrebbe essere” può essere propria non solo del ragazzo ma di tutto il nucleo familiare; in questo caso la famiglia, più o meno consapevolmente, può nutrire aspettative irrealistiche nei confronti del figlio. Ritirandosi si potrà mantenere un’illusione di onnipotenza e infallibilità.
Un altro elemento importante da considerare è quello corporeo. In adolescenza si va incontro ad importanti trasformazioni biologiche e fisiologiche e si modifica l’immagine di sé infantile.
Spesso i cambiamenti corporei vengono vissuti dall’adolescente con ansia e vergogna; a volte la sensazione di disagio è tale da portare a tentativi di camuffare e nascondere il proprio corpo, sottraendolo al proprio e altrui sguardo. Il corpo è spesso terreno di confronto con i coetanei e da questo confronto con l’altro si può voler fuggire.
Siamo di fronte ad un passaggio evolutivo cruciale.
Se questo è vissuto senza una sufficiente fiducia interna può far percepire il futuro come qualcosa di incerto e pericoloso, che espone al fallimento. Sembra pertanto che l’unico modo per proteggersi sia quello di rinchiudersi ed evitare il confronto con una realtà che sembra pretendere troppo da noi.
Il ritiro sociale appare all’adolescente come una soluzione efficace contro il dolore; proprio come un farmaco analgesico o anestetizzante, che permette di “sentire di meno”.
Si ha l’illusione che, ritirandosi, si possa tornare ad avere un controllo su di sé e sul mondo. Così si evita tutta quella serie di difficili compiti evolutivi tipici di questa fase di sviluppo; basta pensare a cambiamenti corporei, sessualità, crescente responsabilità, relazioni e confronto con il gruppo dei pari.
Il fenomeno degli Hikkikomori
Una delle possibili manifestazioni del ritiro sociale è la cosiddetta sindrome di Hikkomori. La parola deriva dal verbo hiku (“tirarsi indietro”) e komoru (“ritirarsi”). Questo fenomeno è stato osservato inizialmente in Giappone ma oggi si sta diffondendo anche in Europa. Si tratta di una psicopatologia che colpisce soprattutto adolescenti e giovani adulti che scelgono una condizione di auto reclusione e isolamento per sottrarsi alla vita sociale.
Attualmente non è ancora una diagnosi ufficiale del DSM-5, ma è una condizione di sofferenza in crescita che ha caratteristiche peculiari.
Il ritiro sociale può essere sintomo di numerose psicopatologie quali la depressione o la schizofrenia, ma la grande diffusione degli Hikkikomori ha portato alcuni studiosi a considerarlo un disturbo mentale a sé stante.
Come si manifesta?
I sintomi caratteristici (che possono variare per intensità e frequenza) sono:
- Reclusione tra le mura domestiche
- Scarso o nessun interesse verso attività esterne
- Nessuna relazione esterna ( le uniche relazioni avvengono attraverso internet)
- Talvolta rifiuto di relazionarsi anche con i propri familiari
- Alterazione del ritmo sonno-veglia
Spesso la dipendenza da internet viene confusa con il fenomeno degli Hikkikomori ma essa sembra piuttosto rappresentare una conseguenza dell’isolamento, piuttosto che una sua causa. L’utilizzo del web può anzi essere considerato come l’unico elemento che permette agli Hikkikomori di mantenere una forma di contatto sociale. Spesso questi soggetti abusano dei videogiochi, ma in un’ottica compensatoria. Essi colmano il senso di solitudine e vuoto: il computer diviene un mezzo per sfogarsi, distrarsi e mantenere una forma di contatto con il mondo.
Nella cultura nipponica, dove è stato originariamente osservato,sembra essere legato alle rigide caratteristiche della società giapponese. Si tratta di una società stratificata, che stimola una forte competizione e che pone l’onore al centro dell’identità dei soggetti. Alcuni adolescenti o giovani adulti potrebbero aver risposto a queste pressioni ritirandosi e rinunciando al confronto sociale, attuando una sorta di protesta e ribellione.
Alcuni autori sostengono che alla base del fenomeno possano esservi differenti cause:
- sociali (una società che impone alti standard)
- scolastiche (episodi di bullismo subìti)
- familiari (forti pressioni verso prestazioni e modelli elevati).
Appare chiaro come il fenomeno del ritiro sociale, di cui l’Hikkikomori è una manifestazione, sia un fenomeno tuttora recente, complesso e sfaccettato che vede intrecciarsi aspetti soggettivi, familiari e sociali.
Come si cura?
Ad oggi la cura dell’Hikkikomori prevede spesso una combinazione di psicoterapia e supporto farmacologico. Gli interventi, per essere efficaci, dovrebbero tenere in considerazione il contesto, il nucleo familiare e l’individuo.
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