La frase che si sente più spesso dire in merito è “Io non ne ho bisogno”. Perché andare dallo psicologo?
Ancora oggi, nel 2020, in Italia andare in terapia è spesso mal visto: farlo ci sembra un gesto di debolezza, abbiamo ancora paura di essere definiti “pazzi”.
Bene, sfatiamo subito questo primo mito:
Tra le persone che si rivolgono allo psicologo solo una piccola parte soffre di gravi disturbi psichici.
A tutti noi, invece, capita nel corso della vita di attraversare alcuni periodi più difficili, che possono derivare da un evento stressante, una difficoltà emotiva, una fatica relazionale… E possiamo uscirne velocemente con un aiuto qualificato.
Spesso le difficoltà emotive ci sembrano secondarie e per questo motivo le trascuriamo, mentre questo non ci capita con altri aspetti della nostra salute. Pensateci: se abbiamo mal di denti, non andiamo forse dal dentista? Ovviamente sì, ed allora perché non rivolgersi allo psicologo quando stiamo male?
Riconoscere il proprio dolore ed affrontarlo non è affatto un sinonimo di debolezza, anzi, serve una buona dose di coraggio per lavorare su di sé e accogliere il cambiamento. Nessun dolore è così tremendo da non meritare ascolto, e con l’aiuto di un orecchio attento può diventare una storia da raccontare, un meraviglioso viaggio conoscitivo dentro noi stessi!
Ma qui giungiamo alla seconda spinosa questione:
Diciamo subito che la psicologia è una scienza, non si basa quindi sul senso comune bensì su solide teorie empiriche.
Questo vuol dire che lo psicologo accompagna in modo professionale il paziente in un cammino fatto di domande, risposte, emozioni, risorse, utilizzando conoscenze e tecniche che danno solidità al processo terapeutico e hanno referenza nelle ricerche scientifiche.
Ma quindi…chi è lo psicologo?
Lo psicologo è il PROFESSIONISTA SANITARIO che utilizza “strumenti conoscitivi, e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. (Legge 56/89, art.1)
Per potersi definire tale, lo psicologo deve affrontare un lungo percorso formativo che gli permetta di acquisire le giuste competenze, e deve quindi ALMENO:
- conseguire una laurea quinquennale in Psicologia
- svolgere un tirocinio di durata annuale
- abilitarsi tramite Esame di Stato, con conseguente iscrizione all’albo professionale
Quasi sempre a questo percorso seguono altri corsi, master, specializzazioni.
Capirete quindi l’importanza di rivolgersi ad un professionista qualificato, e non a pseudoprofessionisti che potete verificare direttamente sull’Albo Nazionale, o nel sito dell’albo regionale più vicino a voi.
Una volta deciso di intraprendere questo nuovo percorso, ci si ritrova inevitabilmente di fronte ad un’altra questione…
Quale tipo di professionista scegliere?
Se digiuni dell’argomento, può risultare complesso destreggiarsi in questa giungla di Psicologi, Psicoterapeuti, Psichiatri, Psico…cosi.
Nel prossimo post parleremo proprio di questo, che differenza c’è tra tutti questi professionisti?