Oggi vorremmo affrontare un argomento vastissimo ma che, pur essendo molto attuale, si conosce ancora poco e genera molta confusione: L’identità di genere.
Orientamento sessuale e identità di genere: facciamo chiarezza
L’essere umano tenta da sempre di “mettere ordine” nella realtà intorno, incasellandola il più possibile dentro a categorie ben definite. D’altra parte, però, sappiamo che ogni individuo è un meccanismo complesso e sfaccettato, quindi prima di tutto, per parlare di genere, occorre distinguere i vari aspetti dell’identità sessuale:
- SESSO BIOLOGICO: è il fattore cromosomico, ormonale, che caratterizza genitali esterni e tratti secondari. Si sviluppa entro la fine del secondo anno di vita;
- IDENTITà DI GENERE: la consapevolezza di sé, anch’essa si sviluppa molto presto (circa entro i 3 anni);
- RUOLO DI GENERE: rappresenta il fattore sociale e culturale che andiamo a giocare all’interno della nostra società (inizia a svilupparsi intorno al 5 anno);
- ORIENTAMENTO SESSUALE: è l’attrazione vera e propria, prima affettiva e poi anche erotica (inizia tra i 9/11 anni).
Per semplificare al massimo, possiamo dire che se una persona è a proprio agio con il genere che gli è stato attribuito alla nascita, viene definita cisgender, mentre parliamo di transgender quando vi è un’incongruenza fra il genere che l’individuo percepisce di avere e quello assegnato alla nascita.
La cultura del “bianco o nero”, una visione ormai obsoleta?
La cultura occidentale ci ha da sempre abituato a definizioni rigide e dicotomiche, o bianco o nero, o eterosessuale o omosessuale… Non in tutte le culture è così, e ora anche noi iniziamo a considerare la sessualità in maniera più fluida. Le divisioni non sono più così polarizzate, immaginiamo invece una linea, un continuum in cui ogni individuo può scegliere in che punto collocarsi.
Qui sotto potete osservare per esempio quanto sia limitato parlare solamente di eterosessualità e omosessualità; esistono tante altre sfaccettature, vari componenti della comunità Lgbtq+, anche se anche queste sono in continuo aggiornamento e non è detto che una persona debba per forza sentirsi rappresentata da una categoria precostituita.
Insomma, l’importante è tenere sempre a mente che l’essere umano ha uno sviluppo autopoietico (Darwin): questo significa che l’ambiente esterno influenza le qualità di un organismo ma non ne determina lo stato. In poche parole ognuno di noi è quello che è, nonostante le influenze dell’ambiente intorno.
E mi sento di aggiungere che ha il diritto di esprimersi per quello che è, ovviamente nel rispetto di sé e degli altri. Solo in caso la persona non si sentisse a suo agio con il proprio corpo, i propri sentimenti o la propria storia, allora può essere utile intraprendere un percorso con uno psicologo/psicoterapeuta.
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