Dal corpo alla psiche: i sensi influenzano lo sviluppo della mente

dal corpo alla psiche, i 5 sensi

Dal corpo alla psiche

Dal corpo alla psiche: due aspetti inevitabilmente connessi che formano un tutt’uno, Il Sè dell’individuo. 

Il nostro cervello si sviluppa a partire dalle primissime esperienze corporee e sensoriali. Queste sono vissute nella relazione con il nostro ambiente e con chi si occupa di noi ( le cure che riceviamo, l’esperienza di nutrimento ecc.).

Nei primi mesi di vita, a partire da queste esperienze che viviamo sul nostro corpo, la mente inizia a creare tracce di memoria. Queste prime memorie iniziano a dare un significato a ciò che sentiamo e viviamo, permettendoci di arrivare a poter distinguere l’esterno dall’interno, il “me” dall’altro. Si tratta di tracce di memoria implicita, che restano nella nostra mente anche se non ne siamo consapevoli. Un’esperienza dopo l’altra si creano molte tracce di memoria che influenzeranno il modo in cui percepiamo il mondo esterno, l’altro e noi stessi.

Da questo capiamo quanto i primi mesi di vita siano importanti per lo sviluppo della nostra mente.

La nostra psiche, perciò, nasce a partire dal corpo.

Il nostro Io psicologico ( ciò che pensiamo e ciò che sentiamo) si crea a partire da un Io inizialmente corporeo. Questo è immerso nelle esperienze sensoriali (tattili, uditive, visive, ecc) che viviamo nella relazione con l’altro, che si occupa di noi.

Il senso del tatto

esperienza tattile madre bambino

Mi piacerebbe qui concentrarmi in particolare sul senso del tatto e dell’olfatto. Sono due sensi solitamente ritenuti meno significativi rispetto alla vista o all’udito ma profondamente implicati nello sviluppo psichico ed emotivo-relazionale.

Proviamo ad esempio a concentrarci sul senso del tatto, uno dei sensi più arcaici. E’ il primo a svilupparsi già nella vita fetale, parallelamente allo sviluppo del nostro sistema nervoso.

Il concetto di ” Sé” a livello psichico (chi sono, cosa penso ecc) deriverebbe da una prima esperienza corporea, soprattutto tattile, ossia da un “Sé corporeo”.

E’ a partire dalla pelle che il bambino inizia a relazionarsi con il mondo e ad entrare in con-tatto con esso. All’inizio il bambino si sente un tutt’uno con ciò che tocca e con chi si occupa di lui, poi impara a percepirsi come distinto. La pelle funge da separazione dall’esterno e delimita il corpo del bambino. Così lo protegge, ma al contempo lo espone e lo mette in comunicazione con il mondo e con l’altro.
Un autore francese, Didier Anzieu, ci parla di ” Io pelle”. La pelle sarebbe il contenitore del corpo così come l’Io contiene la psiche. Il nostro Io psichico si svilupperebbe a partire dalle primissime esperienze tattili. 

La mente quindi si svilupperebbe anche grazie alle esperienze corporee che gradualmente vengono immagazzinate nella mente, intrecciate con il vissuto emotivo ad esse correlato. Questa teoria può, almeno in parte, fornire una possibile spiegazione ad alcune malattie cutanee: esse talvolta possono presentare un’origine psichica, che si riverbera nel somatico. La pelle può essere vista come un canale attraverso cui il soggetto esprime e mostra, inconsapevolmente, alcuni vissuti emotivi difficili da nominare e verbalizzare e che pertanto trovano la via ” del corpo” per potersi esprimere. Questo risulta tanto più evidente nel bambino, ad esempio. 

Il senso dell’olfatto

olfatto

Passando invece all’olfatto, possiamo facilmente notare come si colleghi in modo molto potente con i ricordi e le emozioni più antichi. Il sistema olfattivo è incluso nel sistema limbico del cervello ( sistema molto antico e deputato al riconoscimento ed alla sperimentazione delle emozioni).
Le nostre memorie olfattive sono estremamente profonde e primitive. Esse vengono registrate nella nostra psiche, per poi far riaffiorare ricordi, sensazioni ed emozioni, al riattivarsi dello stimolo olfattivo. 

Quante volte ci è capitato che un odore, avvertito improvvisamente, abbia risvegliato in noi ricordi antichi e che non sapevamo nemmeno di possedere? Mi viene in mente l’odore della marmellata, ad esempio, che mi riporta sempre all’epoca della mia infanzia, quando la nonna la preparava, in estate.

L’odore riveste un ruolo molto importante, fin dall’inizio della vita, nell’incontro con l’altro. Fin da piccolo il bambino è in grado di riconoscere e distinguere l’odore del latte materno, mostrando una chiara predilezione per esso. Attraverso l’olfatto il bambino riconosce chi si occupa di lui, il quale, di rimando, riconosce il bambino, anche a partire dal suo proprio odore ( un po’ come avviene negli animali con i cuccioli, se ci pensiamo). 

Attraverso l’odore, durante la crescita, il bambino imparerà anche a distinguere sé stesso dall’altro, annusando e sperimentando gli odori che il suo stesso corpo produce. Pensiamo alle ricadute sull’identità e nella relazione con l’altro che hanno gli odori forti dell’adolescente, durante il suo sviluppo ormonale!
Gli odori veicolano diversi messaggi ed hanno un profondo valore comunicativo. Vi sono molte espressioni di uso comune come ” l’odore della paura”, che tutti noi abbiamo sentito. Esse descrivono bene come l’odore del nostro corpo sia influenzato dalle nostre emozioni ed esprima differenti vissuti interni, in un profondo intreccio con essi.

L’odore poi è connesso anche con la qualità dell’esperienza relazionale con l’altro. Ad esempio qualcuno può piacerci o meno, sulla base dell’odore della sua pelle, del suo profumo… E’ qualcosa di molto atavico che guida, almeno in parte, anche la scelta del nostro partner. Come recita una canzone che amo molto:

“Perchè l’amore non è nel cuore, ma è riconoscersi dall’odore”….

Un odore percepito come buono/cattivo (ricordiamoci che è un fattore molto soggettivo) può spingerci ad avvicinarci/allontanarci da una persona, un luogo, un cibo…. In qualche modo “qualifica” l’esperienza vissuta come “piacevole o spiacevole”. L’odore è qualcosa di “antico” e “primitivo” che ci rende simili agli animali, ma che si rivela potente e connesso con le nostre relazioni ed emozioni!

Concludendo, i sensi sembrano uno strumento per riconnetterci con le nostre esperienze e ricordi più antichi e con le nostre emozioni più profonde. Essi sono fondamentali nella relazione e comunicazione con l’altro, contribuendo, in origine, a strutturare la nostra mente. 

Per approfondire: link1,link2

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