Il conflitto di coppia, dagli aspetti psicologici a quelli legali

Prima di addentrarci nel conflitto di coppia facciamo un passo indietro per capire che cosa si intenda in generale per conflitto.

il conflitto di coppia

Il conflitto in psicologia

Il conflitto è un evento naturale (Tajfel, 1981) che esiste in ogni relazione e non ha in se né una accezione negativa né positiva. Avviene quando una o più parti percepiscono i propri obiettivi e/o interessi in contrapposizione e decidono di reagire a tale percezione. Il conflitto produce conseguenze negative nel momento in cui ciascuno vuole imporre il proprio punto di vista senza fare concessioni all’altro. Può diventare invece funzionale quando il confronto porta alla trasformazione e al cambiamento, ottenendo un beneficio per entrambi.

Ma nella coppia il conflitto che forma assume?

Come appena detto, il conflitto è un aspetto naturale delle relazioni. Esso caratterizza oltre alle relazioni interpersonali anche quelle sentimentali, costituendo nella coppia un elemento di dinamicità emotiva.
Durante la costruzione del legame di coppia, è quindi fondamentale come i partner si pongono di fronte al conflitto. La coppia, nella sua evoluzione, è soggetta a tensioni dovute sia a pressioni interne ed esterne. Per interne si fa riferimento a sfide evolutive del ciclo vitale, mentre sono esterne i cambiamenti dovuti al contesto sociale e lavorativo, o eventi inattesi.


Nella vita quotidiana la coppia deve quindi imparare a gestire i conflitti e a “litigare” per poter superare le sfide evolutive. Se questi non vengono affrontati e viene meno la negoziazione, si può arrivare alla crisi e successivamente alla rottura della relazione.
Proviamo ad immaginare il conflitto di coppia come un iceberg.

il conflitto di coppia, aspetti psicologici

Nella parte emersa si trovano i conflitti, mentre nella parte sommersa dell’iceberg spesso ci sono desideri, pensieri, credenze, bisogni, attribuzioni e dubbi che rimangono nascosti. Tutto questo muove il comportamento e le reazioni emotive verso l’altro. Senza una vera e profonda consapevolezza di ciò che sta alla base dell’iceberg, sarà quindi difficile poter realmente risolvere la conflittualità. I motivi di conflitto si riproporranno in forme manifeste sempre diverse.

Il conflitto di coppia dal punto di vista legale: parla l’avvocato

Come si affronta il conflitto di coppia dal punto di vista legale? Ci rispondono l’avv. Giuseppe Lio e il dott. Alessandro Magrassi dello studio Avv. Giuseppe Lio

il conflitto di coppia, aspetti legali

L’avvocato è quasi sempre il primo professionista con il quale il coniuge o la coppia in crisi si trova ad interfacciarsi; pertanto il suo ruolo riveste una particolare importanza per la corretta gestione di questo delicato passaggio di vita.
Come noto, infatti, gli interessi in gioco non sono solo quelli economico-patrimoniali, perché questa tipologia di conflitto coinvolge le persone a 360 gradi. Il ruolo dell’avvocato non è volto solo a mettere a disposizione strumenti tecnico – giuridici. L’avvocato è infatti tenuto anche a conoscere quali sono le altre professionalità che si muovono nell’ambito della gestione della crisi coniugale. Informerà poi i propri assistiti della possibilità di avvalersi di una rete di aiuto alla persona ed alla genitorialità.

Circa i procedimenti legali inerenti alla crisi del matrimonio, preliminarmente è necessario operare un distinguo. Bisogna infatti considerare se la coppia abbia o meno dei figli, minorenni o maggiorenni ma non ancora economicamente autosufficienti.

In caso negativo, infatti, il procedimento sarà teso a regolare, il futuro assetto degli interessi delle parti (assegno di mantenimento, assegnazione della casa coniugale ecc…); in caso positivo, invece, il procedimento, oltre a regolare i suddetti aspetti, sarà anzitutto indirizzato alla tutela del figlio, soprattutto se minore.
Si parla, in questo caso, di “interesse preminente del fanciullo”, sancito dall’art. 3 dalla Convenzione sui Diritti del fanciullo, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 a New York e ratificata dall’Italia con Legge 27.05.1991, n. 176. Esso riguarda un principio generale che permea tutta la materia della crisi coniugale e, in definitiva, serve a far orientare le scelte processuali verso ciò che è ritenuto il preminente interesse del minore, garantendogli in primis il diritto ad avere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori.

Ciò posto, venendo alla crisi vera e propria, si parte innanzitutto da una differenziazione concettuale: separazione e divorzio.
In un prossimo articolo entreremo nel vivo di ciò che accade quando il conflitto culmina in una rottura del legame.

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