Resilienza: una parola bellissima piena di significato

Cosa vuol dire la parola resilienza?

Resilienza: il significato

RESILIENZA
/re·si·lièn·za/
sostantivo femminile

deriva dal verbo latino resilire che si forma dall’aggiunta del prefisso re- al verbo salire (saltare) con il significato quindi di saltare indietro – ad esempio per prendere un’altra direzione. Nel corso dei secoli e del progredire del pensiero scientifico occidentale – che è stato prevalentemente espresso in latino fin oltre il Seicento – l’aggettivo resiliens ha indicato sia il rimbalzare di un oggetto, sia alcune caratteristiche interne legate all’elasticità dei corpi.

Attualmente nella scienza è la capacità di un metallo di resistere ad un urto improvviso senza spezzarsi e di assorbirne l’energia contraendosi e riassumendo la sua forma originaria.

Quindi

in psicologia è stato utilizzato per indicare la capacità di un individuo di affrontare e superare in modo sano eventi stressanti, momenti di vita difficili e potenzialmente traumatici.

Lo psicanalista Cyrulnik, per spiegare il concetto di resilienza, utilizza la metafora dell’ostrica; questa infatti se aggredita da un granello di sabbia reagisce, modellando una perla preziosa.

La resilienza infatti è un processo di resistenza, di autoriparazione e di crescita in risposta alle crisi e alle difficoltà della vita.

Caratteristica innata o sviluppabile?

Non tutte le persone che affrontano le difficoltà riescono ad essere resilienti, alcune rimangono intrappolate nel ruolo di vittime impedendo alle proprie ferite di rimarginarsi.

Dunque sorge il solito dubbio, la resilienza è una caratteristica del nostro carattere, quindi nasciamo con essa, oppure possiamo “allenarci” a diventare resilienti nel corso della vita?

Le persone resilienti sono coloro che hanno trovato in loro stesse, nelle relazioni umane, nei contesti di vita gli elementi e la forza per superare le avversità.

Indubbiamente, ci sono persone che sulla base delle proprie esperienze di vita, del contesto socio culturale in cui sono cresciute e in base al loro temperamento possono essere maggiormente portate ad esserlo; questo però non vuol dire che non si possa acquisire, anzi! Ciascuno può trovare dentro di sé delle soluzioni, divenire responsabile del proprio processo di cambiamento ed essere quindi persone resilienti; ciò ci consente di avere beneficio sia a livello psicologico che fisico quindi è bene iniziare ad allenarsi!

Ma come fare?

Come sviluppare la Resilienza

se vedi tutto grigio… sposta l’elefante!

In poche semplici parole già possiamo cogliere alcune brevi, fondamentali indicazioni:

Essere ATTIVI. Sì, perché possiamo spostare l’elefante, ma per farlo, come prima cosa dobbiamo sforzarci e attivarci, solo in questo modo potremo ottenere dei cambiamenti.
È importante avere relazioni positive: gli amici e i familiari sono una risorsa preziosissima a cui attingere;
Cercare di modificare il proprio pensiero nei confronti dei momenti difficili che si affrontano nella vita: non considerarli come problemi insuperabili;
E’ utile riflettere su come si sono superate in passato le difficoltà: alcune strategie già usate possono rivelarsi nuovamente efficaci;
Per aumentare il proprio senso di autoefficacia bisogna stabilire piccoli obiettivi realistici;
Coltivare o riscoprire i propri interessi per prendersi cura di sè ;
trovare il modo di dare voce alle proprie emozioni, con amici, familiari o consultando uno psicologo per mettere a fuoco le difficoltà.

Il concetto di resilienza può essere applicato anche al sistema famiglia

Che cos’è la resilienza familiare?

È un insieme di strategie di coping e di processi di adattamento che avvengono all’interno della famiglia, e che vengono usati in situazioni di particolare criticità.


Le famiglie modulano lo stress permettendo al gruppo e ai singoli di affrontare le avversità prolungate. Alcuni nuclei familiari di fronte a particolari situazioni di crisi, tendono a disgregarsi, altri al contrario, escono rafforzati e arricchiti dalle stesse avversità.


La resilienza è la capacità di trasformare un’esperienza negativa in apprendimento, l’evento traumatico in un possibile motore di cambiamento e nel contesto familiare permette di mantenere un buon funzionamento dei membri che la compongono, tenendo uniti i legami tra loro e consentendo di preservare un buon funzionamento cognitivo e comportamentale (Di Pietro et al., 2006)

Fonti per approfondire: 1 e 2.

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